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SERVIZIO di NEUROPSICOLOGIA e PSICOPATOLOGIA dell’APPRENDIMENTO


Diagnosi, Aiuto e Potenziamento per Disturbi Specifici Apprendimento e Comportamento

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Diagnosi DSA: di cosa stiamo parlando? Il Testo

30 maggio 2012
Novità & Articoli
Nei Disturbi Specifici dell'Apprendimento la prassi necessaria è quella del capire realmente; questa non solo supera la vecchia ed inefficace idea (errata) della somministrazione di test e batterie come un modus operandi sempre uguale per ogni soggetto, ma che, anzi, avanza e collega la valutazione diagnostica con il “che cosa fare”. Infatti, è possibile aiutare sul serio un bambino e la sua famiglia nel lavoro scolastico quotidiano solamente dopo che si è capito su quali aree intervenire. Somministrando lunghe e sempre uguali batterie di test si termina deludendo questa domanda e rendendo inefficace il successivo intervento. L’opposto sta, invece, nell’osservare e nello studiare ogni caso, come un “caso singolo”, dall’anamnesi all’uso dei test in maniera consapevole e mirata. Solo così, a nostro avviso, il lavoro si potrà trasformare da un’approssimativa e generica valutazione “caso per caso” ad un lavoro specialistico dedicato su misura per Francesco, Sonia, Marco, Paola…

 Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico, Nuova Edizione

di Claudio Vio, Patrizio E. Tressoldi e Gianluca Lo Presti, Edizioni Erickson, 2012

 

Recensione a Cura di Gianluca Lo Presti

Gli Autori si sono mossi su una linea abbastanza complessa ma anche ambiziosa sin dalle prime fasi di stesura del contributo. Infatti si è posto come obiettivo quello di proporre un manuale sulla diagnosi dei DSA che partendo dai modelli teorici , passando e spiegando i criteri diagnostici dei DSA, si arrivasse al collegare il tutto con i momenti operativi, con i problemi pratici i che un clinico si trova ad affrontare. In questo modo,  il lettore viene accompagnato  in una spiegazione “step-by-step” alla formulazione della diagnosi specialistica di primo e secondo livello; tutto ciò con un impegnativo e costante lavoro di riferimento a tutte quelle metodologie, proposte, articoli, libri ed innovazioni presenti in questi anni nel campo scientifico nei DSA.

In tal senso tra i 255 lavori di ricerca consultati che ne impreziosiscono l’accuratezza scientifica di fondo, non sono pochi i lavori di studio applicativo citati nel testo derivanti da prestigiose riviste del settore sia italiane come Difficoltà di Apprendimento, Dislessia, Psicologia Clinica dello Sviluppo, ecc, che internazionali come Journal of Learning Disabilities.

Gli Autori, seppur da contesti e realtà lavorative differenti, hanno elaborato questo manuale soprattutto dal punto di vista sia di chi tutela quella serietà scientifica che esiste nel campo dei DSA, ma anche dal punto di vista di chi si confronta ogni giorno con le famiglie che non conoscono, o hanno solo letto qualcosa sulla “dislessia”, ma che hanno un palese bisogno di capire cosa abbia il loro bambino e come fare per aiutarlo. Con questo testo abbiamo puntato nel cercare di capire nel dettaglio la situazione e la condizione del bambino, con tutte le sue difficoltà, sia dal punto di vista di abilità deficitaria che dal punto di vista del vissuto del bambino stesso. Quella del capire realmente è una prassi necessaria, che non solo supera la vecchia ed inefficace idea (errata) della somministrazione di test e batterie come un modus operandi sempre uguale per ogni soggetto, ma che, anzi, avanza e collega la valutazione diagnostica con il “che cosa fare”. Infatti, è possibile aiutare sul serio un bambino e la sua famiglia nel lavoro scolastico quotidiano solamente dopo che si è capito su quali aree intervenire. Somministrando lunghe e sempre uguali batterie di test si termina deludendo questa domanda e rendendo inefficace il successivo intervento. L’opposto sta, invece, nell’osservare e nello studiare ogni caso, come un “caso singolo”, dall’anamnesi all’uso dei test in maniera consapevole e mirata. Solo così, a nostro avviso, il lavoro si potrà trasformare da un’approssimativa e generica valutazione “caso per caso” ad un lavoro specialistico dedicato su misura per Francesco, Sonia, Marco, Paola…

Dai dati epidemiologici ai documenti di consenso

Sono molti gli psicologi che oggi in Italia si ritrovano a confrontarsi con le problematiche legate ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Le motivazioni possono essere molteplici. In primis potremmo avere il dato epidemiologico, visto che la percentuale dei bambini con DSA è di circa il 3-4% (Cornoldi, 2007) dei soggetti a sviluppo tipico. Per renderci conto del grande impatto che hanno i DSA nel campo professionale degli psicologi basti paragonare la sopracitata percentuale di frequenza dei bambini con DSA con quella di un altro grande ambito di competenza degli psicologi, ovvero i disturbi d’ansia. Questi, dati, infatti, sono molto sovrapponibili a quelli che ci indicano la prevalenza sui disturbi d'ansia (ESEMeD, 2004). Con questi dati è semplice intuire come possa essere molto probabile poter incontrare un caso di bambino con difficoltà o disturbo specifico dell’apprendimento come caso di disturbo d’ansia generalizzata.

Si potrebbe però obiettare che il 3-4% siano troppi per essere soggetti DSA. In tal senso citiamo un articolo divulgativo del Prof. Giacomo Stella (2010) il quale risponde a chi dice che via sia una “esagerazione” sui dati epidemiologici della dislessia: “l’ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna nel 2009 ha svolto una ricerca alla quale hanno partecipato il 51% delle scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado della regione. In totale i dislessici diagnosticati sono 4452, che corrisponde allo 1,47% della popolazione scolastica della stessa regione. Questi sono numeri certi e corrispondono un terzo circa di quelli citati come percentuale attesa. Dove sono tutte queste diagnosi? Forse dà fastidio e manda in confusione la domanda diffusa di tante famiglie che non riesce a ricevere risposte dai servizi impreparati ad affrontare il problema sia in termini numerici che clinici.

Il 3 % della popolazione scolastica italiana corrisponde a 240.000 bambini e studenti. Non sono né tanti né pochi, sono bambini e famiglie che combattono quotidianamente oltre che per vincere la difficoltà di apprendere e stare al passo con le richieste della scuola, anche contro l’ignoranza di chi parla di malattia, di medicalizzazione e di ospedalizzazione delle scuole”.

Al di la del fatto che il dato epidemiologico dipenderà sempre dai criteri che scegliamo di adottare per “includere” un bambino nella categoria nosografia di “DSA”, la vera domanda  cui rispondere è: “che cosa manifesta il bambino a scuola?”. Poco importa se poi sarà il 3%, se saranno 10 soggetti o un solo bambino su tutti.

Se questi bambini leggono così lentamente da non riuscire a stare al passo con gli altri, se sono bambini con molte competenze in ambiti non scolastici ma di fronte un compito oggettivo d’apprendimento (lettura, scrittura o calcolo) hanno comunque una netta caduta. Se non riusciamo a spiegarci queste rese così scarse e questa netta fatica nell’apprendimento scolastico, nonostante il bambino viva in un ambiente socio-familiare adeguatamente attento e stimolante, e nonostante siano dei bambini con un buon funzionamento intellettivo, allora è il caso di non dibattere tanto sulla percentuale ma ad ideare un percorso, dal professionale all’istituzionale, che possa portare prima ad una spiegazione del problema, e subito dopo ad un modo per affrontarlo con reale efficacia.

Nel testo Diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico, si è cercato proprio di raggiungere questo obiettivo, ovvero di descrivere il percorso diagnostico dei DSA nel dettaglio per ogni singola abilità.

Il Prof. Cesare Cornoldi, dell’Università degli Studi di Padova, ne ha curato la Presentazione e riportiamo qui un breve estratto sul Testo a nostro avviso molto significativo:

La riedizione era necessaria, sia perché si sente sempre più viva la necessità di orientamenti chiari sulla diagnosi, sia perché negli ultimi anni è avvenuta in Italia una piccola rivoluzione copernicana, con l’avvio di movimenti condivisi e la promulgazione di una legislazione sui DSA che impongono posizioni precise e responsabili. Il fatto che la normativa preveda specifiche iniziative e tutele per i DSA richiede che vengano meglio definiti i passi e i criteri che portano alla diagnosi. Serietà professionale e impegno costruttivo nei confronti del bambino DSA richiedono inoltre che la diagnosi non sia un semplice atto burocratico che sancisce il diritto a tali tutele, ma anche un processo di comprensione delle caratteristiche del bambino che guidi alla costruzione di un progetto per la crescita delle sue competenze costruito sulle sue specifiche caratteristiche. La comprensione del bambino parte da riscontri oggettivi e condivisibili sulla esistenza di effettive difficoltà che non possono non basarsi sugli esiti a prove standardizzate, ma prosegue con un processo più sottile in cui il diagnosta mette alla prova ipotesi sul profilo specifico del bambino e sui processi critici sottostanti. A tale scopo, il diagnosta si avvale di una scelta mirata di prove di approfondimento e di altre osservazioni raccolte nel percorso clinico di diagnosi. Avere una Guida di riferimento per organizzare il percorso diventa essenziale”(Pg. 8)

In tal senso si evince come nella diagnosi dei DSA sia necessario non solo saper conoscere gli strumenti diagnostici, ma anche saperli usare come strumenti conoscitivi..

Nel testo indichiamo in maniera chiara ed inequivocabile come i Test siano un ausilio solo successivo a quello che invece reputiamo sia il primo e più implorante strumento diagnostico e conoscitivo che noi psicologi, in primis, possediamo, sappiamo e dobbiamo usare: il colloquio clinico ed anamnestico. Infatti, nella trattazione di ogni disturbo, abbiamo prestato particolare attenzione sui passi da seguire, momento dopo momento, iniziando proprio dall’osservazione del fenomeno (richiesta di consulenza, osservazione degli errori e dei quaderni, ipotesi diagnostiche) sino ad approfondire il tutto attraverso il colloquio clinico/anamnestico. Qui si pone l’obiettivo di rintracciare proprio in anamnesi quei segni e quei sintomi che, solo successivamente ed in maniera specificatamente mirata, andremo a verificare con le prove diagnostiche  specifiche

Uno degli Autori, Dott. Claudio Vio (2012), USSL San Donà di Piave (Ve), in una intervista rilasciata all’Erickson, introduce con queste parole il testo:

Sicuramente negli ultimi quattro anni sono successe in Italia tante novità, sono stati prodotti dei documenti importanti per rivedere la riedizione del lavoro. Questi aggiornamenti riguardano la procedura metodologica che interessa la diagnosi di primo livello che dovrebbe aiutare il clinico che lavora in questo ambito ad identificare i punti cruciali dal momento dell’anamnesi al momento della valutazione neuropsicologica. Il secondo momento, o diagnosi di secondo livello, consente di definire il profilo del bambino proprio per arrivare a costruire anche il piano didattico personalizzato utile alla scuola.”

Gli aggiornamenti a cui ci si riferisce e presenti nel testo, rimandano a tutte le  Consensus Conference sui DSA: del 2007 (AID, Montecatini Terme), 2/2011 (Raccomandazioni Cliniche del PARCC di revisione dei DSA) e del 6/2011 (Consens Conference sui DSA dell’Istituto Superiore di Sanità).

I contenuti

Introduzione, in cui si passano in rassegna sia gli aspetti legislativi che hanno caratterizzato questi anni e sia la logica di fondo dei principali manuali diagnostici citati nel testo, ovvero DSA-IV-Tr e ICD-10.

Approccio metodologico ai DSA e diagnosi funzionale, vi è la spiegazione di come avviene, in generale, la diagnosi di DSA e di come ci siamo mossi nell’ideazione dei percorsi diagnostici per ogni disturbo.

Disturbo specifico della lettura (Dislessia evolutiva); Disturbo  specifico  della  scrittura  (Disortografia evolutiva); Disgrafia; Disturbo  specifico  del  numero  e/o  del  calcolo (Discalculia evolutiva); Diagnosi dei disturbi specifici della comprensione del testo; Il disturbo dell’apprendimento non verbale: per ogni singolo disturbo abbiamo previsto la spiegazione nel dettaglio dei criteri diagnostici, la definizione e modelli in psicologia cognitiva, come avviene solitamente la richiesta di consulenza, il colloquio clinico anamnestico, quali sono le ipotesi diagnostiche che possiamo avanzare, quali sono le prove strumentali da poter usare, come si declina la diagnosi in termini chiari e specifici, la conclusione con uno o più casi clinici per osservare sul campo come ci si muove. Il tutto impostato in uno schema di relazione-tipo.

L’ultimo capitolo è sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento e la scuola, nel quale si parla dello stretto ed interconnesso rapporto triangolare che vi è tra servizi clinici - aspetti legislativi – istituzioni scolastiche.

Alcuni di questi capitoli hanno visto la collaborazione di ricercatori ed esperti dell’Università degli Studi di Padova. Sono presenti anche delle ricche appendici, vediamo di seguito quali sono.

Strumenti diagnostici: in cui elenchiamo tutti gli strumenti diagnostici di primo e secondo livello per la diagnosi e la qualificazione funzionale del disturbo.

Guida all’intervista per l’analisi dei motivi della richiesta di consulenza: vi è presente una serie di domande da poter porre ai genitore per un inquadramento specifico e relativo al caso.

Indicazioni per la stesura di una relazione clinica per i DSA: appendice fondamentale ripresa dalle Raccomandazioni Cliniche per i DSA.

Risorse internet: elenco di siti web indispensabili per un lavoro in rete e per il reperimento di fonti importanti in questo settore.

Criteri  per  la  diagnosi  di  disgrafia:  una proposta del gruppo di lavoro AIRIPA( la famosa Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento ha proposto un modello di diagnosi per la Disgrafia).

Abbiamo previsto anche degli strumenti allegati: Questionario di autostima; Questionario delle relazioni sociali negli adolescenti; A chi assomiglio? Perché vado a scuola? Il mio comportamento (Scala SDA) Scala SDAI; Scala SDAG.

 

Gli Autori

Claudio Vio

Psicologo-psicoterapeuta, neuropsicologo clinico,  Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile di San Donà di Piave (VE), docente al Master di II livello in Psicopatologia dell’Apprendimento e alla Scuola di Specialità in Psicologia del Ciclo di Vita dell’Università degli Studi di Padova, professore a contratto di Pedagogia Speciale presso il Corso di laurea in Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Trieste

Patrizio Emmanuele Tressoldi

Ricercatore presso la Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Padova. E’ studioso di dislessia e di altri aspetti del funzionamento cognitivo e autore di numerosi lavori scientifici comparsi su riviste nazionali e internazionali.

Gianluca Lo Presti

Psicologo, esperto in Disturbi dell'Apprendimento, ha frequentato il  master di II livello in Psicopatologia dell'Apprendimento Università degli Studi di Padova; svolge attività clinica privata gestendo una rete di servizi territoriali per la diagnosi e trattamento dei disturbi dell'apprendimento e del comportamento (www.neuropsicologia.nelsito.com) ; componente del gruppo di lavoro sui DSA dell'Ordine Psicologi Regione Siciliana.

 

Il testo è disponibile presso: Edizioni Centro Studi Erickson

Numero verde (solo per ordini) 800 844052;  Tel.  0461 950690 (ordini ed info) http://www.erickson.it 

 

Bibliografia

-          Cornoldi, C. – a cura di- (2007) Difficoltà e Disturbi dell’Apprendimento. Il Mulino, Bologna.

-          ESEMeD (European Study on the Epidemiology of Mental Disorders) “la prevalenza dei disturbi mentali in Italia. il progetto esemed-wmh. una sintesi “  (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna e Italia). O.M.S.; Harvard Univ; Istituto Superiore di Sanità (ISS); In Italia: G. de Girolamo, G. Polidori, P. Morosini, et al. [Acta Psychiatr Scand 2004: 109 (Suppl. 420): 21–27]

-          Stella, G. (2010) “Troppe Diagnosi di Dislessia: La Replica”, Corriere, 20 Dicembre 2011 http://www.corriere.it/salute/disabilita/11_dicembre_20/troppe-diagnosi-dislessia-replica_b39dd896-2b22-11e1-b7ec-2e901a360d49.shtml

-          Vio, C. (2012) Diagnosi dei disturbi specifici dell'apprendimento scolastico, Centro Studi Erickson, Canale You Tube http://youtu.be/85JIOaB5JbE

 

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